ROMA – “La parola magica qui è ‘deferred payment’, vi pago dopo, se c’è guadagno; se non avessimo accettato, le riprese non le avremmo neanche cominciate”. Tendaiishe Chitima ha 29 anni e sta frequentando un master in business administration con l’idea di metter su una startup per aiutare gli artisti del suo Paese in cerca di opportunità. Ora sorride in collegamento video, ammettendo che, sì, con ‘Cook Off’ è stato un mezzo miracolo. “Dopo l’acquisto da parte di Netflix i soldi arriveranno” assicura in un’intervista con l’agenzia Dire. “Soprattutto, sono contenta perché il film racconta qualcosa di diverso dall’Africa delle povertà e dei disastri; c’è una storia d’amore e il mio Paese è mostrato con allegria, in una luce positiva”.
In ‘Cook Off’, lungometraggio del regista Tomas Lutuli Brickhill, presentato come il più economico di sempre a sbarcare sulla piattaforma americana, Chitima è la protagonista. Interpreta Anesu, una madre single che non riesce ad arrivare a fine mese ma che, spinta dal figlio e dalla nonna, trova il modo di coltivare la sua passione per la cucina. Il costo del film? 8.000 dollari, 20 al giorno: pochissimo per gli standard di Netflix, non così poco per lo Zimbabwe (le scene sono state girate nel 2017, pochi mesi prima della caduta del presidente-dittatore Robert Mugabe, perlopiù negli studi della tv che aveva ospitato la versione locale di ‘Top Chef’). Secondo la Banca mondiale, circa il 63 per cento della popolazione del Paese vive al di sotto della soglia di povertà. Il tasso di inflazione a maggio, su base annua, è stato del 785 per cento. “L’economia qui non va tanto bene e forse anche per questo non avrei mai pensato di finire su una piattaforma internazionale come Netflix” ammette Chitima.
Con i tecnici, gli scenografi e gli altri attori, tra i quali la star hip-hop Tehn Diamond, all’anagrafe Tendai Ryan Nguni, ha accettato la formula del pagamento differito. A spingerla, come quando il film fu proiettato la prima volta, sul tetto di una casa ad Harare,