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Senegal, Gueye (Collettivo Mbao): “La foresta di Dakar non si tocca”

ROMA – “La foresta di Mbao e’ l’unico polmone verde di Dakar, dove all’inquinamento urbano si aggiunge quello prodotto delle industrie chimiche e per la trasformazione dei rifiuti. E’ nostro compito proteggerla, altrimenti cosa lasceremo alle future generazioni?”. Con l’agenzia Dire parla Babacar Gueye, giurista esperto in diritto del mare residente nella capitale senegalese e, da poco piu’ di un mese, vice-coordinatore della Piattaforma per lo sviluppo sostenibile di Mbao.

Il collettivo, che riunisce varie associazioni ma anche accademici, intellettuali, artisti e studenti, si e’ costituito il 10 giugno per opporsi al progetto del governo di declassare la foresta di Mbao, ampia oltre 700 ettari, in terreno edificabile. Il piano intende partire dalla realizzazione di un cimitero che occuperebbe dieci ettari del parco, ma gli attivisti temono che in futuro i terreni saranno impiegati anche per ulteriori costruzioni. Iniziative favorite dal fatto che la foresta e’ gia’ attraversata, da nord a sud, da una linea ferroviaria e, da est a ovest, da un’autostrada.

Come riporta la stampa locale, le autorita’ dei comuni vicini da tempo incoraggiano il declassamento della foresta sostenendo che rappresenti una minaccia per i residenti offrendo un nascondiglio sicuro per criminali e attivita’ illecite. C’e’ chi poi invoca nuovi spazi abitativi, dato che la popolazione dell’interland di Dakar – da cui la foresta dista una ventina di chilometri – e’ in costante aumento. Per Gueye e i suoi colleghi, pero’, Mbao non si tocca.

“E’ l’ultimo polmone verde della capitale” sottolinea il giurista: “Senza questo parco, resterebbe infatti solo un’altra foresta di appena due ettari”. Gueye ricorda il ruolo della foresta nell’ecosistema della penisola: “E’ un elemento di raccordo tra la terra e il mare, produce ossigeno e purifica l’aria inquinata; e presenta una biodiversita’ ricchissima”.

Sul piano giuridico, pero’, la sfida per gli ambientalisti non e’ semplice. Gueye ricorda che a fine giugno il ministro dell’Ambiente e dello sviluppo sostenibile, Abdou Karim Sall, aveva assicurato che la procedura di declassamento del parco non era stata ancora intrapresa,

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