ROMA – “Lo Stato non tratta. Rimango immobile nella mia posizione, fuori i Benetton o revoca! Per le famiglie delle vittime del crollo del Ponte di Genova e per gli italiani che tutti i giorni percorrono quelle autostrade, lo Stato italiano deve fare giustizia, questo e’ il minimo. Ma che altro deve accadere se non bastano 43 morti per revocare le concessioni a chi invece di fare manutenzioni taroccava i report arricchendosi per anni? L’ultimatum del Governo non e’ trattabile, o fuori i Benetton o revoca subito. Non pensassero di averci portato allo sfinimento per stare ai loro compromessi”. Lo scrive su facebook Giancarlo Cancelleri, viceministro alle Infrastrutture e trasporti.
LEZZI: SARÀ DOVEROSO RENDERE NOTO VOTO DI OGNI MINISTRO IN CDM
Il Presidente Conte “ha fissato per il prossimo martedi’ la decisione finale da assumere, com’e’ corretto che sia, in Consiglio dei ministri. Il Movimento ha 10 ministri, il Partito Democratico 7, Italia Viva 2, LEU 1 e in piu’ ci sono la Ministra Lamorgese e il ministro Manfredi come tecnici. La nostra posizione e’ chiara e anche LEU invoca la nazionalizzazione. Resta la decisione del PD che chiede discontinuita’ con il governo giallo-verde. Quale migliore occasione per segnare la differenza?”. Lo scrive su facebook la senatrice M5s Barbara Lezzi.
Ora, aggiunge, “si deve uscire dalle dichiarazioni, interviste e post per misurarsi con la realta’ e con il rispetto per le 43 vittime e per la sicurezza degli italiani. Sara’ doveroso rendere noto il voto di ciascun ministro”.
Nel post Lezzi aggiunge: “È stato molto chiaro il Presidente Conte l’altro giorno quando ha parlato di Autostrade per l’Italia: ‘O arriva una proposta irrinunciabile da Aspi nelle prossime ore oppure il governo procedera’ con la revoca della concessione sulla rete autostradale’. La proposta e’ arrivata e prevede una diminuzione della partecipazione dei Benetton nella societa’ e qualche promessa su investimenti e calo dei pedaggi. È una proposta alla quale il governo deve rinunciare per i motivi arcinoti che hanno causato il crollo del Ponte Morandi e la morte di 43 persone ma anche per comportamenti successivi alla strage.