Fermi tutti: l’81% degli elettori del M5S vuole Giuseppe Conte leader politico

ROMA – Ma quale Di Maio, Di Battista e compagnia cantante. L’81%, dicasi ottantuno per cento, degli elettori ‘grillini’ ha già scelto il suo Capo politico: Giuseppe Conte. Il dato emerge dal sondaggio Dire-Tecnè da dove emergono importanti segnali politici, a partire dalla botta che arriverebbe al Pd di Nicola Zingaretti.

I risultati, infatti, mostrano che l’eventuale discesa in campo di Giuseppe Conte come leader M5S, mentre lascia indifferenti gli elettori dei partiti di centrodestra, quelli di Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda, colpisce pesantemente il Pd, che perde molti voti a favore dei ‘grillini’.

In questo scenario, avremo la Lega al primo posto, il M5S al secondo, terzo il Pd ad una spanna da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Nei prossimi mesi, con resa dei conti alle elezioni Regionali del 20 settembre, ci sarà forte battaglia politica tra forze contrapposte ma anche all’interno delle stesse. Oggi ha destato una certa curiosità la notizia fatta girare dal cerchio del ministro degli Esteri sull’incontro Di Maio-Draghi lo scorso 24 giugno. Come mai oggi?

Dentro il M5S qualcuno vede la notizia come il tentativo di indebolire proprio Conte che viaggia sempre alto nel consenso popolare oscurando Di Maio e compagnia. Altri, vedono la mossa come il tentativo di stoppare qualsiasi film su Conte in marcia verso il Quirinale.

“Di Maio ha visto Draghi perché vuole esser lui a menar le danze per il prossimo presidente della Repubblica” spiega un ‘grillino’ ben piazzato.

Da parte sua il presidente del Consiglio avanza come un bulldozer e chiede di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre. Questo permette al Governo di avere mani più libere nel caso di una nuova ondata di contagi. La richiesta ha suscitato molte proteste e contestazioni, perché lo stato di emergenza comprime di fatto la libertà dei cittadini. Il Pd, e altre forze politiche, chiedono che la richiesta sia discussa e votata dopo un confronto in Parlamento.

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