Crediti fittizi e compensazioni indebite a Catania, 24 arresti e 11 società sequestrate

Le fiamme gialle hanno tracciato la commercializzazione di oltre 25 milioni di euro di crediti fittizi, di cui oltre 9,5 milioni “utilizzati

PALERMO – Associazione a delinquere finalizzata alla commissione continuata di reati tributari e indebite compensazioni, aggravate dalla partecipazione di professionisti. Queste le accuse rivolte dalla procura e dalla guardia di finanza di Catania a 24 indagati che sono stati arrestati e ad altri sei che sono stati raggiunti dalla misura del divieto di esercitare l’attivita’ imprenditoriale per un anno. Dei 24 arrestati, tre sono finiti in carcere e 21 ai domiciliari. I finanziari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania, inoltre, stanno eseguendo un sequestro preventivo di 11 societa’ commerciali: si tratta di aziende che sarebbero state utilizzate dagli indagati “unicamente” per commettere i reati tributari. In corso anche il sequestro preventivo, per equivalente, di 9,5 milioni di euro. In azione anche i comandi provinciali di Milano, Roma, Viterbo e Latina delle fiamme gialle. L’indagine ha preso il via nel febbraio del 2019 e si e’ conclusa nell’aprile di quest’anno: le fiamme gialle hanno tracciato la commercializzazione di oltre 25 milioni di euro di crediti fittizi, di cui oltre 9,5 milioni “utilizzati – dicono gli investigatori – per indebite compensazioni”.

L’inchiesta, seguita da un gruppo di magistrati della procura etnea specializzati nel contrasto ai reati fallimentari e tributari, e’ andata avanti grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, ma anche con accertamenti bancari e contabili su documenti acquisiti nel corso di perquisizioni. I riflettori della procura guidata da Carmelo Zuccaro si sono accesi a seguito di una verifica fiscale svolta sull’istituto di vigilanza privata ‘A.N.C.R. Srl’, con sede a Belpasso, che si concluse con una segnalazione di indebite compensazioni per oltre 2,8 milioni di euro. Le fiamme gialle hanno ricostruito lo “schema fraudolento ideato e alimentato da una rete di professionisti attivi su tutto il territorio nazionale”. Al centro del sistema le societa’ farlocche in mano a prestanome e che erano titolari di crediti impositivi emergenti dalle dichiarazioni fiscali presentate e vistate nella loro regolarita’ contabile dai “certificatori”.

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