I presidi cercano nuovi spazi per organizzare il distanziamento in classe

AGI –  Lezioni terminate, esami di maturità conclusi, ma per le scuole comincia il compito più gravoso: reperire nuovi spazi, cercando le intese con gli enti locali, per sistemare gli alunni esclusi dalle aule in base alle linee guida del Comitato tecnico scientifico, che prevedono classi snelle (non più di 10-15 ragazzi) per evitare rischi di contagio da Covid-19. Gli ostacoli burocratici sono tanti, e i presidi hanno espresso più volte la loro preoccupazione. “Il grande assente di questa scommessa è proprio l’ente locale” denuncia il presidente dell’Anp-Lazio, Mario Rusconi. “Si sta procedendo a macchia di leopardo. Alcune regioni, ad esempio il Veneto e l’Emilia Romagna, sono molto attive, ma a Roma la situazione è fortemente deficitaria”.

La fase di ricognizione prevede che entro il 15 luglio gli Uffici scolastici regionali (Usr) ricevano dalle scuole i questionari nei quali ogni istituto indica le sue esigenze. A quel punto gli Usr conosceranno nel dettaglio la situazione e potranno valutare le necessità in termini di locali, banchi e tensostrutture. Si potrà quindi organizzare un programma di interventi che chiama in causa i proprietari, cioè il comune e la pro

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