I familiari non credono alle prime conclusioni sul Pio Albergo Trivulzio 

AGI – “La popolazione più fragile che risiede in una struttura come il Pio Albergo Trivulzio è stata quella maggiormente colpita da Covid-19. E quando tra un po’ di mesi riusciremo ad approfondire l’analisi, probabilmente questi rapporti” sulla mortalità “si ridimensioneranno perché abbiamo la forte sensazione che una parte dei decessi sia stata solo accelerata per effetto della pandemia in soggetti deboli che probabilmente sarebbero deceduti nelle settimane successive”.

Parole pronunciate dal dirigente di Ats Milano, Vittorio Demicheli, illustrando gli esiti del dossier redatto dalla commissione regionale da lui presieduta, chiamata a far luce su quanto accaduto al Pio Albergo Trivulzio durante la fase più acuta della pandemia.  Che non sono piaciute ai familiari delle persone morte (la stima attuale è di 350 da febbraio), raccolti nell’associazione Felicita e, in particolare, al suo presidente Alessandro Azzoni che le commenta così all’AGI: “«Aiuto, mi viene da dire. Io ho portato qui mia madre di 75 anni affetta da demenza ma che fisicamente stava benissimo pensando di garantirle il posto migliore dove vivere ancora

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