A parlare con l’agenzia Dire è Gianluca Zunini, un migrante al contrario, già medico in Gambia, il Paese natale di Musa Juwara, il diciottenne che ha messo ko l’Inter
ROMA – “Questo gol di un ragazzo che ha lasciato tutto, diventando un eroe all’estero, in Serie A, da’ entusiasmo e anzi è già un orgoglio nazionale“: a parlare con l’agenzia Dire e’ Gianluca Zunini, un migrante al contrario, già medico in Gambia, il Paese natale di Musa Juwara, il diciottenne che ha messo ko l’Inter.
Una rete segnata alla seconda partita con il Bologna, dopo l’esordio con la Juventus. Soprattutto dopo la traversata del Sahara e dopo aver sfidato il mare.
Era il 2016 e a Messina sul modulo della Croce Rossa Musa aveva scritto “no parents”, niente genitori. Qualche mese dopo si era fatto notare tirando calci a un pallone nel piazzale di un centro di accoglienza a Ruoti, in provincia di Potenza. Poi il tesseramento e il passaggio al Chievo Verona, il provino con la Juventus e l’Inter, infine il Bologna.
Secondo Zunini, già intervistato dalla Dire a Banjul nel 2018, il Gambia continua ad attraversare difficolta’ economiche nonostante la rivolta popolare che ha costretto il presidente Yahya Jammeh alla fuga dopo 23 anni di potere.
“Nei mesi scorsi ci sono state contestazioni e proteste contro il nuovo capo dello Stato, Adama Barrow” dice il medico. “L’accusa e’ di non aver il nerbo ne’ la capacita’ per trarre vantaggio della nuova disponibilità che si e’ manifestata a livello internazionale, da parte degli ex colonizzatori britannici ma non solo”.
In Gambia, un Paese di appena un milione e 800.000 abitanti stretto tra l’Oceano Atlantico e il Senegal, tanti giovani hanno continuato a partire. Secondo l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), tra il 2014 e il 2018 gli arrivi in Europa senza i documenti necessari sono stati più di 35.000. Le rimesse inviate in patria da circa 90.000 gambiani all’estero, inoltre, valgono pià di un quinto del Prodotto interno lordo.