ROMA – “Il 16 luglio abbiamo una nuova udienza, spero che stavolta si capisca la motivazione della sottrazione di mio figlio. Chiedo di leggere le carte e analizzare la documentazione, ascoltare le registrazioni“. Va avanti senza sosta la battaglia di Giada Giunti, mamma coraggio, del cui caso si è occupata DireDonne, che ha subito la sottrazione del proprio figlio nel 2010. Nuovo round il 16 luglio per ristabilire una verità che Giada insegue da anni.
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“Mio figlio chiede di tornare a vivere da me– spiega all’agenzia Dire, nel corso di una conferenza stampa, ieri sera, promossa dall’avvocato Carlo Priolo- lo ha scritto al Papa, al mio ex marito, al giudice. Chiede aiuto con parole, pianti e silenzi. Aspetto e spero che questa volta giustizia sia finalmente fatta”. Tutto nasce da una denuncia di abbandono di minore “nel circolo sportivo dove eravamo- ricorda Giada- la Procura della Repubblica ha archiviato la denuncia, diversamente al Tribunale per i minori è stata chiesta la casa famiglia sulla base della richiesta del mio ex marito, già dal 2010 quando l’avevo lasciato. Il bambino è stato affidato all’uomo con sentenza del 31 luglio 2019“.
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“Da settembre 2019 è stato trasferito a casa del mio ex marito- continua Giada- che prima l’ha fatto mettere in casa famiglia, poi lo ha allontanato dalla madre, dal suo mondo fatto di amici, parenti, circolo sportivo. Ora vive in isolamento e non può fare nulla”. Ad aggiungersi al problema, ricorda mamma Giunti, anche il mancato rispetto da parte dell’uomo della celiachia che affligge il figlio, oggi 14enne.
“C’è un decreto della Corte d’Appello del 2014 che istituisce una dieta priva di glutine– ricorda- e c’è l’esenzione per malattia celiaca del 2013 rilasciata dall’Asl di competenza, quindi è anche in pericolo la sua salute.