Coronavirus, Zaia furioso: “Troppi irresponsabili, dobbiamo poter fare Tso ai positivi e carcere se ignori isolamento”

In Veneto l’indice R0 è salito da 0,41 a 1,63. E il governatore Zaia annuncia che presenterà un’ordinanza per inasprire le regole

VENEZIA – Il Governo deve introdurre la possibilità di prevedere “il ricovero coatto” per chi è positivo al coronavirus, e anche “la carcerazione” per chi è positivo e va comunque in giro. Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera.

“Lunedì prossimo presenteremo un’ordinanza per inasprire le regole, ma abbiamo armi spuntate”, continua Zaia ricordando che al momento per chi esce, pur essendo in isolamento fiduciario, “la legge prevede una multa di 1.000 euro. A me sembra ridicolo che la vita delle persone valga 1.000 euro… Forse va rivalutata questa cosa”. Le dichiarazioni scaturiscono da quanto avvenuto negli ultimi giorni in Veneto, dove un focolaio è scoppiato nel vicentino dopo il rientro di un gruppo di persone da un viaggio di lavoro in Serbia.

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“Un cittadino torna il 25 giugno da una trasferta lavorativa e già il 25 inizia ad avere i primi sintomi, febbre, malessere generale, inappetenza. Poi il 26 e il 27 ha diversi contatti in ambito lavorativo ed extra lavorativo, partecipa a una festa privata, a un funerale, il 28 va in pronto soccorso e risulta positivo al coronavirus. Gli viene proposto il ricovero ma lo rifiuta“, racconta Zaia. “Viene poi ricoverato l’1 luglio dopo l’insistenza dei sanitari e ora è in rianimazione”, continua il governatore. Questo è considerato il paziente 0.

Ricostruendo la lista dei contatti poi, è venuto fuori che “in macchina al rientro dalla Serbia erano in tre”, e che il paziente 0 “ha avuto contatti anche il 30 sera, quindi dopo aver saputo di avere il tampone positivo. Capite che “ci vuole il Tso, noi non possiamo far decidere il paziente”. Sempre il 30 giugno “viene segnalata la positività di un collega che era insieme in macchina al rientro dalla Serbia,

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