ROMA – L’appello pubblico che fa propria la richiesta dei genitori di Giulio Regeni di ritirare l’ambasciatore italiano al Cairo, Giampaolo Cantini, ha raccolto in poche ore oltre 10mila firme sulla piattaforma online Change.org. Come riferiscono i responsabili del portale, la quota totale di adesioni è ora salita a oltre 60.000. La famiglia Regeni ha da poco rinnovato l’appello al governo italiano affinché ritiri il rappresentante diplomatico, manifestando disappunto per gli ennesimi ostacoli e rinvii sull’inchiesta riguardante la morte del giovane ricercatore originario di Fiumicello, in provincia di Udine. La petizione è stata lanciata un anno fa dal collettivo ‘Giulio Siamo Noi’ che dal 2016 si batte online affinchè sia fatta piena luce sulla morte del ricercatore friulano.
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BAOUMI (AMNESTY): PROCURA CAIRO COMPLICE DELL’IMPUNITÀ
“Abbiamo constatato svariate volte che la Procura egiziana è stata complice nei casi di sparizioni forzate e torture avvenute in Egitto, proteggendo gli agenti dell’Agenzia per la sicurezza nazionale e in questo, il caso di Giulio Regeni non fa differenza”. Così all’agenzia Dire Hussein Baoumi, ricercatore per Amnesty International per l’Egitto e la Libia, all’indomani del dodicesimo incontro tra gli inquirenti italiani e la Procura del Cairo “che non ha impresso alcun significativo passo avanti” nelle indagini sulla morte dello studente di Fiumicello. Secondo il responsabile, il procuratore generale al Cairo, Hamada Al-Sawy, a cui le autorità italiane da tempo chiedono collaborazione, “deve scegliere se fare il suo lavoro e assicurare i responsabili dell’uccisione di Giulio alla giustizia o semplicemente continuare ad essere complice di ciò che gli è accaduto”.
Al-Sawy è una delle massime cariche istituzionali del Paese, ricorda l’esperto: “Ha il potere di indagare e perseguire penalmente chiunque, incluso il presidente. Purtroppo, la pubblica accusa si è dimostrata complice e priva di indipendenza“. Un problema che non tocca solo l’inchiesta sul ricercatore italiano di Cambridge ma, sottolinea Baoumi, “decine di esecuzioni extragiudiziarie, di cui abbiamo conferme”. Secondo il ricercatore,