ROMA – I cristiani perseguitati nel mondo? Sì, forse, ma in caso non solo loro. A suggerirlo uno studio condotto in otto Paesi, dal Sudamerica all’Asia passando per l’Africa, secondo il quale nel mirino di bigotti e repressori ci sono anche (a volte soprattutto) atei e umanisti.
Nella ricerca, pubblicata in settimana, si citano arresti e incriminazioni per blasfemia, sottrazioni di minori su base giudiziaria e violenze di altro tipo. Menzionato il caso di Mubarak Bala, figlio di uno studioso islamico e presidente della Humanist Association of Nigeria, che rischierebbe una condanna a morte per aver criticato conservatorismo e pregiudizi giustificati con la fede. In evidenza anche la vicenda di Fauzia Ilyas, fondatrice di Atheist and Agnostic Alliance Pakistan, riparata in Olanda dopo essere scampata all’arresto e aver perso comunque l’affidamento del figlio a vantaggio dell’ex marito.
Lo studio è stato pubblicato dall’ong Humanists International. Rilevazioni e testimonianze di decine di persone sono state raccolte in Colombia, India, Indonesia, Malesia, Nigeria, Pakistan, Filippine e Sri Lanka. “Il rapporto fa luce su violenze mirate, abusi e discriminazioni sociali subite dagli umanisti in molti Paesi e apre un dibattito su come proteggerli al meglio nel mondo” ha sottolineato Gary McLelland, di Humanists International. “E’ evidente che tutte le leggi e le politiche che criminalizzano la ‘blasfemia’ dovrebbero essere respinte”.