ROMA – Riceviamo e pubblichiamo la replica di Giuseppe Apadula, ex compagno di Laura Massaro e padre del bambino per il cui affidamento è in corso una lunga battaglia giudiziaria.
LETTERA DI GIUSEPPE APADULA
‘Un bambino orfano di un padre vivo. Abbiamo avuto modo di notare che, nel tempo, la vostra agenzia di stampa ha dato molta risonanza al caso di Laura Massaro nella sua protesta contro la decisione del Tribunale per i Minorenni di Roma, che disponeva il collocamento del figlio presso il padre. La signora invocava giustizia. In occasione del successivo provvedimento della Corte d’Appello, che ha riformulato parzialmente la decisione prevedendo comunque il necessario ripristino della relazione padre-figlio, la madre ha continuato a rilasciare interviste, sollecitato articoli, scritto centinaia di post sui social dichiarandosi ‘vincente’. Ma a quale giustizia fa riferimento la signora Massaro? Cosa ha capito di quel decreto per dichiararsi vincente? Per chi conosce i fatti, la versione che la Massaro continua ad imporre con persistente e ostinato rilievo mediatico è pericolosamente distorta. Ma anche per chi non li conosce, ci chiediamo se possa apparire credibile che un bambino di poco più di due anni decida di non voler vedere più il padre e la famiglia paterna, e riesca a tenere tenacemente questo proposito per oltre sei anni, dal 2013 ad oggi, senza mai riuscire a spiegarne il perché. Il rischio, in assenza di contraddittorio, è quello di farci dimenticare che c’è anche la versione di chi, confidando davvero nella possibilità che la giustizia istituzionale sblocchi questa situazione prima che sia troppo tardi, preferisce non usare il megafono. Contro ogni dato di realtà e noncurante delle norme del nostro ordinamento- scrive il signor Apadula- Laura Massaro continua a definire se stessa una ‘madre idonea’, nonostante le risultanze di due Consulenze Tecniche d’Ufficio ne abbiano evidenziato le significative disfunzionalità e le decisioni dell’Autorità Giudiziaria continuino a confermare la grave negatività del suo operato. Talmente idonea da vedere sospesa la propria genitorialità, con la nomina di un Tutore e, più recentemente,