I dati salvati sui cellulari? Uno su due non si fida

PROTEZIONE DEI DATI E SORVEGLIANZA IN RETE

Oltre al sopracitato 48% degli intervistati che considera le informazioni memorizzate sui propri dispositivi “poco” o “per nulla” al sicuro, il “Focus sulle paure digitali” riporta anche di un 43% che ritiene “al sicuro” le informazioni contenute nel proprio computer o nel proprio telefono, mentre un 2% non ha una opinione chiara a questo proposito.

La percezione cambia molto se si fa riferimento agli acquisti su Internet: Il 68% degli utenti, infatti, si dice convinto che utilizzare la propria carta di credito o il proprio account di home-banking per fare acquisti in Rete sia al riparo da brutte sorprese.

In tema di “controllo sociale”, il 62% degli intervistati ritiene che organizzazioni legate al Governo e alle forze dell’ordine controllino almeno una parte delle proprie attività sul web. Si tratta di una forma di sorveglianza perlopiù tollerata dagli utenti di Internet in nome della sicurezza, personale e pubblica (Il 49% descrive i controlli da parte delle istituzioni come una garanzia per i cittadini, mentre il 28% denuncia i rischi per la privacy).

LE IMPRESE PUBBLICITARIE? UN RISCHIO PER LA PRIVACY

Più “invasiva” viene ritenuta l’azione di soggetti per interessi personali e commerciali: quasi tre persone su quattro (74%) pensano che almeno una parte del “traffico” di dati digitali sia monitorata da imprese pubblicitarie, compagnie tecnologiche o aziende di altro tipo. Il 43% pensa che tutti i contenuti veicolati attraverso il proprio dispositivo in Rete, o quantomeno la maggior parte, siano controllati da questi attori. A cambiare radicalmente è la valutazione di tale controllo: per il 59% si tratta di un rischio per la privacy.

L’INSICUREZZA DIGITALE

La sicurezza digitale è al centro del pensiero degli italiani: Il 44% del campione teme per la sicurezza della sfera digitale: l’indice tocca i livelli più elevati nelle componenti adulte della popolazione: superiori al 50% nella fascia compresa tra i 45 e i 64 anni. In modo coerente con i tassi di utilizzo del web, l’insicurezza digitale riguarda anzitutto le persone di istruzione medio-alta. Dal punto di vista della categoria socio-professionale, i livelli più elevati si osservano tra i lavoratori autonomi e gli imprenditori (55%), tra i liberi professionisti (51%) e tra i tecnici, impiegati, dirigenti e funzionari (50%), ossia in quei settori che si affidano alla Rete (anche) per ragioni di lavoro.

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