VIDEO | Incontri in gommone, i boss scarcerati si erano riorganizzati: 10 arresti a Palermo

PALERMO – Un colpo a uno dei mandamenti più potenti della mafia palermitana: quello di Tommaso Natale-San Lorenzo. Blitz all’alba dei carabinieri del Comando provinciale che hanno portato a termine dieci arresti, di cui nove in carcere e uno ai domiciliari, su disposizione del gip del tribunale. I dieci sono ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione mafiosa, estorsioni aggravate, furto aggravato e violazione delle prescrizioni imposte dalle misure preventive.

Ricostruiti dagli inquirenti sette casi di estorsione, tentata o consumata, di cui due denunciati dalle vittime. Gli arresti di oggi, chiesti dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo che ha denominato il blitz ‘Teneo’, nascono da una seconda fase di indagine del Nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo sul mandamento mafioso nella zona occidentale di Palermo e che era partita con l’operazione ‘Talea’ del 2017.

RIVALITÀ TRA BOSS

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, ha documentato le dinamiche dell’organizzazione che ruotavano intorno alla figura di Francesco Paolo Liga, considerato il reggente del mandamento anche alla luce dei precedenti blitz ‘Oscar’ (2011), ‘Apocalisse’ (2014) e ‘Talea’. Una reggenza che, tuttavia, sarebbe stata caratterizzata da una scarsa efficacia e vissuta, quindi, negativamente da molti affiliati che avrebbero iniziato a puntare le proprie fiches su Giulio Caporrimo, scarcerato nel 2017, e Nunzio Serio: “L’hai sentita la buona notizia? È uscito Giulio, è uscito“, è una delle frasi ascoltate in quei giorni dagli investigatori. “In effetti, gli equilibri mafiosi si spostavano immediatamente – osservano dal Comando provinciale dei carabinieri – in favore di Caporrimo e Serio con un evidentemente ridimensionamento di Liga, senza che venisse comunque esautorato”.

GLI INCONTRI IN GOMMONE

Nel settembre 2017 un nuovo provvedimento restrittivo per Caporrimo portò le redini del mandamento a Serio, a sua volta arrestato nel maggio 2018 quando le microspie dei carabinieri vennero a conoscenza della prima riunione della ricostituita commissione provinciale di Cosa nostra dall’arresto di Totò Riina. L’indagine ha monitorato diversi incontri tra Caporrimo e Serio, avvenuti in qualche occasione anche al largo delle coste palermitane e sui rispettivi gommoni.

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