ROMA – Se la racconti non ci crede nessuno. Nel giorno in cui il leader della Lega, Matteo Salvini, viene costretto alla resa dai suoi ‘alleati coltelli’, quanto va emergendo nella maggioranza di governo, non solo nel M5S ma soprattutto nel Pd, mette tutto in discussione, anche la tenuta del Governo Conte.
Oggi Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi hanno costretto Salvini ad ingoiare il rospo indigesto: dopo che per mesi in vista delle Regionali d’autunno aveva tuonato contro i candidati presidenti non suoi – Caldoro di Forza Italia in Campania e Fitto di Fratelli d’Italia in Puglia – minacciando rotture e corse solitarie dei leghisti, alla fine il centrodestra fiutata la vittoria ha ri-siglato l’intesa e correrà unito. Alla Lega di Salvini andrà qualche sindaco al Sud.
Lasciando stare per un momento le lotte intestine che stanno dilaniando il M5S, è soprattutto nel Pd che sotto traccia volano colpi da tutte le parti. A partire dall’uscita di Giogio Gori, sindaco ‘renziano’ di Bergamo, che ha chiesto la rimozione del segretario Nicola Zingaretti, colpevole di aver ceduto al Movimento e indebolito i Dem. «Gori di politica non capisce nulla e ha sbagliato i tempi», dice un esponente del Pd, «ma così ha svelato il gioco del suo capo Matteo Renzi».
Qui, per brevità, sentite voci diverse dentro il Pd, escono fuori due scenari, per molti già in atto. Il primo: punta ad arrivare presto ad un rimpasto di Governo, allo scopo di presentarsi con una squadra nuova e più forte quando bisognerà investire i soldi che arriveranno sul rilancio vero dell’economia. Il Pd, dicono alcuni, non solo dovrà ottenere ministeri importanti ma anche la vicepresidenza con Nicola Zingaretti.
A quel punto scatterebbe il piano successivo: Zingaretti ‘costretto’ a lasciare la segreteria Dem, un congresso lampo con Stefano Bonaccini e Andrea Orlando candidati: «Non ci sarà partita, Bonaccini passerà alla grande» spiega una fonte Dem.
Secondo scenario, spiegato così: Matteo Renzi è allo sbando, ha capito che per lui c’è futuro solo passando dalla sconfitta del Pd alle prossime regionali.