ROMA – La Procura di Reggio Calabria ha chiesto 20 anni, il massimo della pena, per Ciro Russo, l’uomo che nel marzo 2019, dopo anni di denunce, tento’ di uccidere la ex moglie, Maria Antonietta Rositani, dandole fuoco. La donna, che da allora ha subito moltissimi interventi ed e’ ancora ricoverata all’ospedale metropolitano di Reggio Calabria, ha raccontato la sua terribile esperienza nel corso di una diretta Facebook condotta dalla senatrice del M5s, Cinzia Leone, nell’ambito del ciclo di approfondimento in streaming ‘Nemmeno con un clic’, dedicato al contrasto e alla prevenzione di ogni forma di violenza, anche attraverso l’uso di internet e delle nuove tecnologie.
LE VIOLENZE SUBITE
“Tutto ebbe inizio 20 anni fa, quando l’ho conosciuto- racconta Maria Antonietta dal suo letto d’ospedale- Mi e’ piaciuto perche’ mi ha fatto sentire protetta, sicura, ma gia’ da subito ho avuto il cenno che era violento”. Dopo anni “di violenze” nel 2018 l’uomo viene arrestato “per maltrattamenti in famiglia” e gli vengono concessi “gli arresti domiciliari, che lui sconta nella casa dei genitori a Ercolano”. Nel marzo 2019 “ebbe la bella idea di scappare e di raggiungermi a Reggio Calabria. Prima di quel momento io avevo fatto due telefonate alla Polizia, dicendo che avevo saputo da mio padre che Ciro Russo era scappato, e che volevo essere tutelata, protetta- racconta- Nel momento in cui mi ha speronato io chiamai di nuovo la Polizia e dissi che mio marito mi stava dando fuoco. Poi lanciai il telefono. Ha bruciato prima la macchina e poi, quando sono uscita, mi ha detto ‘Muori’ e mi ha lanciato la benzina addosso– ricorda la donna- C’era una pozzanghera e mi sono spenta e ho bevuto quell’acqua. Cosa che mio marito nega, dicendo che il peggio era capitato a lui che aveva dovuto spegnere il fuoco con le sue mani”. La donna ha poi sottolineato l’importanza della vicinanza della famiglia e il coraggio della figlia Annie che “in tanti momenti si e’ messa davanti a lui per evitare che mi facesse del male”,