VIDEO | Ido: “Dare il tempo agli studenti di elaborare, no efficientismo”

ROMA – “Nell’educazione aspettare non è perdere, ma guadagnare tempo per il futuro”. Parte da questa considerazione Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), in una diretta facebook organizzata da Paola Pellegrino, dell’Unità Scuola di Save the Children Italia, per riflettere su come sostenere bambini e ragazzi nel passaggio tra un ciclo scolastico e l’altro. Un momento di transizione delicato e fondamentale soprattutto adesso, dopo mesi di lontananza dai banchi e distanza sociale forzata. L’attesa e il rispetto dei tempi sono i concetti su cui la psicoterapeuta dell’età evolutiva si sofferma maggiormente, tanto da lanciare un appello in vista di settembre: “I primi mesi del prossimo anno scolastico dovranno essere considerati un periodo intermedio in cui riprendere tutto ciò che non è stato fatto durante il lockdown. I bambini e i ragazzi hanno un arretrato e non tutti hanno potuto essere seguiti allo stesso modo. Questa riflessione va fatta soprattutto nei passaggi tra un ciclo e l’altro- chiarisce Di Renzo- perché non si può fare un salto, non ci deve essere fretta di compensare. Una ‘zona cuscinetto’ in cui elaborare le loro emozioni ora diventa ancora più importante. Dare tempo, questo è l’appello alle insegnanti. E l’appello ai genitori è quello di capire che l’insegnante che indugia è quella veramente valida e aiuterà i bambini”, sostiene Di Renzo. 

La psicoterapeuta quindi dice no all’efficientismo a tutti i costi. “Il primo passaggio, quello dalla scuola dell’infanzia alla scuola elementare, è fondamentale- sottolinea- perché si entra nel mondo sociale. Il bambino e i genitori si confrontano per la prima volta con le prestazioni e bisogna essere preparati ad affrontarlo, emotivamente e cognitivamente, per evitare situazioni di disagio. Gli ordini scolastici sono stati pensati in base ai compiti evolutivi che il bambino deve affrontare in ogni fase della vita, è una cosa di cui spesso ci si dimentica- dice la psicoanalista- Viene sempre dato molto risalto all’aspetto cognitivo, ossia a pensare a quali siano i compiti che il bambino deve assolvere, e molto meno alla dimensione affettiva,

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