ROMA – Vero che il presidente del Consiglio aveva spiazzato tutti comunicando anche ai suoi ministri in diretta facebook che avrebbe di lì a qualche giorno organizzato gli Stati generali sulla ripresa con i protagonisti dell’economia, delle parti sociali, le migliori teste del Paese. Nelle stesse ore circolava tra gli addetti ai lavori un sondaggio che quotava un eventuale partito Conte al 14 e passa per cento di consensi, a scapito del Pd e del M5S. Di qui la forte irritazione dentro i Dem che da subito hanno cercato di stoppare l’iniziativa che, secondo qualche maligno, ha molto in comune con la “Leopolda” di renziana memoria.
Oggi il segretario Dem, Nicola Zingaretti, ha gettato acqua sul fuoco, ha ribadito che non ci sono ‘rotture’ con Conte e non esistono alternative a questo Governo. Ma è anche vero che il maggior peso dell’esecutivo ricade sulle spalle del Pd, di qui la paura che qualsiasi passo falso del Presidente del Consiglio possa alla fine danneggiare tutti. Ormai è tardi, gli Stati generali si faranno, probabilmente da giovedì a sabato 13 giugno, e tutti ora sono impegnati, visto il poco tempo, a non trasformare l’appuntamento in una rivoluzione piena di grida, di ‘a me serve’, ‘io voglio’, ‘io chiedo’… con il Governo che ripete le solite cose, rischiando la ghigliottina.
Lo stesso Conte rischia, perché «se davvero pensa a creare un suo partito», dicono alcuni Dem e grillini, «allora perderà la sua terzietà determinando una crisi politica». Altra cosa, sottolineano questi, «se Pd e M5s insieme a Conte si mettono ad organizzare questa nuova forza politica e il possibile campo d’azione» (tradotto: mettersi al Centro per attirare quel che resta di Forza Italia, prendersi i voti di Italia Viva senza Renzi, un punto di riferimento per quell’area cattolica ora allo sbando).
Insomma, messa da parte la paura del virus, la politica si è rimessa in movimento e investe tutte le forze politiche. Nel M5S si combatte per la poltrona di Capo politico. Chi spinge per arrivare all’autunno,