ROMA – “Il potere di fare, il cambiamento, la trasformazione“: e’ questa la vetta che la leadership femminile deve raggiungere, “non basta la moral suasion”. E’ la denuncia netta che Paola Binetti, senatrice UDC, ha deciso di mettere al centro di una riflessione politica e insieme culturale sul potere e le donne e la capacita’ di tenervi dentro “un punto di vista cristiano“. Un impegno politico che diventera’ un libro e che e’ gia’ partito con una serie di seminari online, questo secondo di ieri pomeriggio con un’impronta internazionale, che vedono coinvolte in analisi e contributi docenti, studiose, rappresentanti delle Istituzioni, giornaliste.
“Molti movimenti femministi non riconoscono al pensiero cattolico la possibilita’ di essere riconosciuto come un approccio culturale capace di promuovere il ruolo femminile in tutti i contesti sociali, come se fosse impossibile avere questa caratteristica da donne cattoliche“, ha detto la senatrice Binetti che ha deciso di rispondere a queste critiche, “dopo anni in Parlamento”, con il convincimento che “la leadership al femminile non sia solo di sinistra”.
E’ importante distinguere i contesti nazionali per contestualizzare destra e sinistra, secondo Vittoria Feola, docente di Storia moderna all’Universita’ di Padova, che ha ricordato come “in Francia, ad esempio, sui temi femministi ci sia consenso tra destra e sinistra, e come anche molti uomini li sostengano”.
Sul fronte squisitamente politico italiano non e’ mancata una riflessione legata alla recente polemica sull’App Immuni che “ha mescolato- questo l’errore stigmatizzato dalla senatrice Binetti- il privato, ovvero la donna con il bambino, con il pubblico, rappresentato dall’uomo al lavoro con il pc”. E ancora un accenno alle recenti task force costituite senza donne: “Il premier Conte ha detto di ‘non averci pensato’. E’ questo- ha rimarcato ancora la senatrice- uno dei punti che distinguono le donne che cercano sempre di coinvolgere gli uomini in cio’ che fanno, mentre fin troppo spesso il punto di vista maschile tende ad essere autoreferenziale, e solitamente ad escludere”.
Ma bisogna rincorrere gli uomini sulla leadership o costruirne una diversa?