Il 7 giugno a Roma in piazza del Popolo, a partire dalle 11, si terra’ il sit-in per ricordare la morte dell’afromericano George Floyd, e per dire basta all’impunita’
ROMA – Anche l’Italia si mobilita per invocare la fine di ogni atteggiamento razzista e per ottenere giustizia: domenica a Roma in piazza del Popolo, a partire dalle 11, si terra’ il sit-in ‘I Can’t Breathe – Black Lives Matter Roma‘, per ricordare la morte dell’afromericano George Floyd, ucciso a Minneapolis il 25 maggio mentre era in custodia di quattro agenti di polizia, ma anche per dire basta all’impunita’.
“Ovunque nel mondo, tante persone ogni giorno commettono violenze di stampo razzista e nessuno fa niente per fermarle; Non vengono neanche sanzionate o denunciate” dice Carolina Myriam Miller, 19 anni e tante radici alle spalle. “Dobbiamo far sentire forte la nostra voce contro ogni ingiustizia: le vite dei neri contano“.
La mamma di Miller e’ di origine boliviana e filippina, il papa’ e’ brasiliano e statunitense. Lei e’ vissuta in Cile, Costa Rica, Brasile, Stati Uniti e ora vive in Italia. All’agenzia Dire racconta la sua esperienza: “Sin da quando sono bambina ho visto tanti episodi di discriminazione“. Un fenomeno che secondo la studentessa non risparmia nessun Paese: “Il razzismo e’ ovunque: da bambina, ho visto gente trattar male mia mamma perche’ ha la pelle scura. Io sono piu’ chiara, ma in Italia, quando e’ scoppiata l’epidemia di Covid-19, alcune persone mi hanno accusato di aver portato il virus per via dei miei tratti orientali“.
Attraverso queste esperienze Miller racconta di aver acquisito “una visione privilegiata: io riesco a vedere il razzismo, mentre tante persone vissute sempre nello stesso luogo spesso non sanno riconoscerlo. Ho amici che usano la parola ‘N’ (nero con la ‘g’, ndr) e non si accorgono di offendere”. Una situazione che, per la studentessa, e’ legata al fatto che il razzismo e’ una realta’ sistemica: “Il mondo e’ dominato dai bianchi, che ovunque hanno scritto la storia.