VIDEO | Il rifugiato Tesfai: “Dal Covid al razzismo, quanto lavoro”

ROMA – “Le immagini della morte di George Floyd hanno fatto stare male tutti. Ma a molti eritrei rifugiati in Italia come me, ci ha spinto a chiederci come sarà il nostro futuro“. Abraham Tesfai è un rifugiato di origine eritrea di 31 anni. Vive e lavora a Bologna, dove da poco ha conseguito la laurea triennale in Agraria. Mentre decide se proseguire gli studi iscrivendosi alla magistrale, collabora con una associazione, il Coordinamento Eritrea democratica, che raduna i rifugiati eritrei con l’obiettivo di fare rete con le altre comunità per migliorare i diritti e favorire l’armonia sociale.

L’uccisione di Floyd a Minneapolis, che sta generando un’ondata di proteste negli Stati Uniti, è l’occasione per guardare più da vicino anche al contesto italiano: “Noi continuiamo a chiamare gli americani neri ‘afroamericani’ sebbene vivano lì da secoli– dice il giovane all’agenzia Dire- Molti sono nipoti degli schiavi portati con la forza, che hanno fatto la loro parte nello sviluppo dell’America. Eppure, oggi, i nipoti devono lottare per la sopravvivenza. E in Italia siamo addirittura più indietro”.

Il neolaureato osserva che nel nostro Paese “gli africani non ci sono né in parlamento né in altri posti-chiave del Paese. Anzi, li vediamo raccogliere i pomodori, sfruttati e insultati, vittime di pregiudizi”. Ma in Italia, le persone di origine africana possono dirsi al sicuro? “Io sono un rifugiato politico” risponde Tesfai, “dieci anni fa sono dovuto fuggire dall’Eritrea, dove c’è la dittatura. Sono sopravvissuto al viaggio nel deserto e attraverso il mare, quindi in Italia mi sento di non correre pericoli. Tuttavia, quando sento gli insulti razzisti verso gli stranieri, ammetto di avere paura”.

Per questo è tanto importante secondo il giovane “fare rete con le altre comunità straniere: così possiamo conoscere i nostri diritti, per vivere bene e raggiungere l’uguaglianza. C’è ancora tanto lavoro da fare”.

Tramite i social network, si incontrano persone provenienti da Mali, Tunisia, Egitto, Burkina Faso, Marocco, Gambia, Guinea, Costa d’Avorio, residenti da nord a sud dello Stivale.

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