I centri estivi svolgono attività ludiche e sportive, spiega la ministra, molte delle quali si possono fare all’aperto. E poi non sono obbligatori, quindi le presenze sono minori
ROMA – Scuole chiuse ma centri estivi (dal 15 giugno) aperti. La ministra della Famiglia Elena Bonetti, ospite di ‘Un Giorno da Pecora’ a Radio1, risponde alle perplessità di quanti, nella fase 2, si trovano a riprendere le attività lavorative con le scuole chiuse. La ministra spiega che c’è una “differenza sostanziale. I centri estivi- dice- si fanno in un momento estivo avanzato rispetto alle attività scolastiche”. Inoltre, “la struttura scolastica è dell’obbligo quindi tutti gli studenti partecipano insieme, in classi numerose e in spazi ristretti”, motivo per cui “per settembre ci stiamo organizzando ma serve tempo”.
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Al contrario i centri estivi svolgono “attività ludiche, sportive, si può fare teatro, campus scout, e molte attività si possono fare all’aperto“. Si tratta quindi di “esperienze creative che permettono il rispetto delle regole”.
Le linee guida messe a punto per i centri estivi, spiega ancora Bonetti, riguardano i bambini “sopra i 3 anni. Abbiamo chiesto di estenderle alla fascia 0-3, cosa che richiede un approfondimento maggiore”.
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Riguardo all’uso della mascherina Bonetti osserva che dipende “dal luogo, all’aperto e con le distanze si possono togliere“. Bonetti infine, sollecitata sulla sua esperienza personale della fase 2 riferisce di aver trovato un marito più attivo in cucina: “La cosa più buona che ha fatto è il filetto al pepe verde e vino passito, ma la tavola la apparecchio io”. E poi “il parrucchiere ovviamente e sono andata con mia figlia a comprare delle magliette per lei, è stato un momento di intimità bello al femminile”.