ROMA – Tra Renzi e Salvini ormai è più di un ‘inciucio’, alla faccia dei ‘giustizialisti’. Oggi il leader di Italia Viva ha graziato il collega leghista non facendo partecipare al voto i suoi senatori della Giunta per le autorizzazioni, che ha negato il via libera ai giudici. Così non ci sarà nessun processo per le azioni di contrasto allo sbarco dei migranti a bordo della Open Arms prese da Salvini come ministro dell’Interno nel Governo Conte 1. Vero che il ‘no’ della Giunta deve essere ratificato dal voto dell’aula, ma visto quanto accaduto oggi la decisione è già presa: anche nell’aula del Senato la maggioranza che sostiene il Governo Conte 2 non avrà i voti necessari.
Passata solo qualche ora, è arrivato un altro segnale di questa intesa dalla Regione Lombardia: la nomina della consigliera ‘renziana’ Patrizia Baffi a presidente della Commissione d’inchiesta sull’epidemia Covid 19, proprio con i voti della Lega e di tutto il centrodestra, con il Pd e il M5S che hanno urlato all’inciucio. Due colpi che fanno rumore nei Palazzi della politica romana e dello stesso Governo. Perché ormai è chiaro che Renzi non si darà pace fino a quando non raggiungerà il suo obiettivo: cacciare Conte, rimpastare tutto e trovare un nuovo inquilino, a lui gradito, per Palazzo Chigi.
Nel Pd è allarme rosso, e si sta decidendo che cosa fare. Serve una parola forte e chiara perché, come sottolineano alcuni Dem, «così il Governo rischia ogni giorno di impallarsi».
D’altra parte che i ‘renziani’ puntino al bersaglio grosso lo ha fatto capire chiaramente Francesco Bonifazi che spiegando il non voto di Italia Viva ha puntato il dito contro il presidente del Consiglio: «Dal complesso della documentazione prodotta- ha detto Bonifazi- non sembrerebbe emergere l’esclusiva riferibilità all’ex Ministro dell’Interno dei fatti contestati. Diversamente, pare che le determinazioni assunte da quest’ultimo abbiano sempre incontrato, direttamente o indirettamente, l’avallo governativo…». E tutti aspettano di vedere che cosa otterrà Renzi in cambio dal presidente Conte per far proseguire la navigazione del Governo in acque meno agitate.