ROMA – Il premio Nobel, un Oscar, un Golden Globe, un Pulitzer, la Legion D’Onore, un Grammy Award, il Polar Music Prize. O, più semplicemente, Bob Dylan. Uno dei cantautori più premiati di sempre, autore di canzoni che hanno fatto la storia della musica, compie oggi 79 anni. Nato a Duluth, nel Minnesota, il 24 maggio 1941 ha inciso capolavori come Knockin’ on Heaven’s Door, una delle canzoni più rielaborate, o semplicemente rifatte, di sempre; Blowin’ in the Wind, forse la più famosa canzone pacifista mai scritta; All Along the Watchtower, Mr. Tambourine Man e l’infinita Like a Rolling Stone.
LA SUA CARRIERA
Dylan ha iniziato la sua carriera nel 1959 e da allora ha inciso oltre 50 album, il primo nel 1962, era il 19 marzo: l’omonimo ‘Bob Dylan’, nonostante contenesse canzoni come Highway 51 Blues e In My Time of Dyin’ (una canzone tradizionale arrangiata dallo stesso Dylan) non ottenne un grande successo. Nato come Robert Allen Zimmerman, nella sua strepitosa carriera ha toccato (e tocca) più generi contemporaneamente, come il country, blues, gospel/spiritual, rock and roll, rockabilly, jazz e swing, ma anche musica popolare inglese, scozzese e irlandese. Soprattutto, proprio a Dylan si deve ad esempio anche la nascita del folk rock. Dopo i primi passi nel mondo della musica, la svolta per lui arriva nel settembre del 1961, quando venne invitato a suonare l’armonica dalla cantante folk Carolyn Hester nel suo terzo album, Carolyn Hester.
John Hammond, talent scout della Columbia Records, si accorse del talento di Dylan e il mese successivo lo scritturò, permettendogli così di registrare il suo primo album, l’omonimo Bob Dylan, che include canzoni della tradizione folk, blues e gospel, oltre a due inediti dello stesso Dylan. L’album non ebbe un grande impatto, la casa discografica considerò Dylan come una delle follie di Hammond, a cui suggerì di stracciare il contratto. Hammond difese Dylan vigorosamente, e anche Johnny Cash divenne un suo potente alleato alla Columbia. Nonostante il contratto appena firmato, Dylan registrò una dozzina di canzoni con lo pseudonimo di Blind Boy Grunt per Broadside Magazine,