Rassegna Stampa e Ultime Notizie di Europa, Euro,

Ue, l’economista Gros: “Italia attenta, il Mes non è un regalo”

Per Daniel Gros, presidente del Center for European Policy Studies (Ceps), il Mes non è uno strumento adatto per un paese in grado di finanziarsi sul mercato

BRUXELLES – Il Meccanismo europeo di stabilita’ (Mes), economicamente parlando, “non e’ proprio un regalo come appare”. Cosi’, in un’intervista con l’agenzia Dire, Daniel Gros, presidente del Center for European Policy Studies (Ceps), uno dei principali think thank sulle politiche europee.

“Pur essendo un prestito a tassi bassissimi”, visto che e’ stata concordata una linea di credito speciale, si tratta di “un prestito senior”, il che vuol dire che “se l’Italia si dovesse trovare in difficolta’ a pagare il suo debito pubblico in generale, dovrebbe prima pagare quello contratto con il Mes e poi i restanti Btp“.

Secondo il presidente del Ceps, se l’Italia accedesse a questa linea di credito, i Btp ordinari “diventerebbero di serie B”, una situazione che ne farebbe diminuire il prezzo di rendita e, di conseguenza, aumentare il prezzo di emissione a causa di tassi d’interesse piu’ alti da pagare.

Per questo motivo, spiega Gros, “se sommiamo il guadagno del Mes in termini di bassi tassi di interesse al maggiore costo dei Btp si vedra’ che il guadagno netto per il Paese Italia sara’ praticamente nullo“.

Una situazione, secondo l’economista, alla quale si applica il teorema di Modigliani-Miller: “Se l’Italia riceve un prestito Mes di 100 miliardi e risparmia 2 miliardi all’anno, questo teorema ci dice che perderebbe in termini di costi maggiori sui Btp esattamente la stessa cifra di 2 miliardi“.

Per questo motivo, secondo il presidente del Ceps, un Paese che ha ancora possibilita’ di finanziarsi sul mercato non ha bisogno del Mes, visto che questo strumento “e’ stato creato per aiutare uno Stato quando non riesce piu’ ad accedere al mercato, ma questo non e’ il caso dell’Italia”. La quale, sottolinea Gros, “ha abbastanza risparmio per finanziare il proprio debito pubblico e deficit, ma questo puo’ accadere solo e se gli italiani hanno fiducia nel loro Stato”.

Il presidente del Ceps propone un paragone con il passato. “Nel 2018 alcune componenti del governo italiano chiedevano l’uscita dall’euro e quando poi quel governo emise dei buoni del tesoro pluriennali destinati al grande pubblico nessuno li compro’” ricorda Gros.

 » Continua a leggere su DIRE.IT…