ROMA – “Finalmente l’Unità di crisi e la Farnesina hanno predisposto due voli speciali che partiranno il 22 maggio da Casablanca diretti a Milano-Malpensa, ma noi quando partiremo? Siamo centinaia e vogliamo delle risposte”. Questo l’appello raccolto dall’agenzia Dire dagli italiani, gli italo-marocchini e i marocchini residenti in Italia, che a causa del blocco ai voli non riescono a tornare.
ALMENO 900 SONO ANCORA BLOCCATI
Da ieri Unità di crisi e rete consolare contattano direttamente le persone selezionate, fornendo un codice per acquistare il volo della compagnia Neos Air. Dalla lista è rimasta esclusa Abla Benyahya, italo-marocchina da anni residente in Umbria dove lavora per un’azienda che ha una filiale in Marocco: “Sono venuta qui per lavoro” riferisce l’impiegata. “Fortunatamente non soffro di patologie gravi, sono in salute e mio figlio rimasto in Italia è maggiorenne. Non rischio il posto, ma per quanto ancora la mia azienda pazienterà? Da settimane contatto ambasciata e consolato, nessuna risposta”. Lo stop al traffico aereo dovrebbe continuare fino all’11 giugno, ma corre voce che potrebbe essere prolungato fino a fine luglio.
“I FUNZIONARI TACCIONO”
Benyahya conclude: “Vorrei che i funzionari italiani mi dicessero se sono stata inserita in una lista e in che posto sono in graduatoria. Venerdì partiranno 248 persone, ma qui ce ne sono ancora centinaia”. Seicento, secondo uno dei gruppi di italo-marocchini che si sono formati su Whatsapp. Novecento, invece, le persone iscritte a un altro gruppo su Facebook.
Tra questi, Souhail Falsy, che alla Dire denuncia: “Mia moglie è incinta al quinto mese, soffre di pressione alta. In Italia era seguita, qui ogni visita costa tanto e la qualità della sanità è scadente. Ci saremmo aspettati che il Consolato ci inserisse sul volo del 22 maggio”.
Neanche Mohamed Laglil al momento potrà tornare dal figlioletto di tre anni che a Pompei, con la mamma senza patente, non può ricevere le cure di cui avrebbe bisogno a Napoli: “Stiamo organizzando un nuovo sit-in a Casablanca. Dormiremo qui fuori se necessario anche per le persone che non possono venire qui o a Rabat: per via della quarantena serve l’autocertificazione firmata dal prefetto per cambiare città.