Mezzanotte silente in una Roma come in tempo di guerra

AGI – Metà al buio com’è, con la sola Lanterna che emana un fascio di chiaro dall’altezza della sfera, la Cupola di San Pietro finisce per ricordare una lampadina da 15 watt che inizia a fare i capricci nella camera da letto di una vecchia zia, che abita in campagna. Fioca la lampadina, fioca la Lanterna. Ricordi di una generazione che vide la guerra e il dopoguerra, la caduta e l’incertezza. Le asperità dei tempi in attesa del ritorno alla serenità.

Roma mai è stata così silenziosa, sotto Natale, se non in quel terribile inverno del ’43: occupata e umiliata, vuota di razzie e requisizioni. Se la fame non è quella di allora lo è magari l’incertezza: sarà perché i nipoti nati con il Boom non hanno la stessa capacità di adattarsi alle ristrettezze dei nonni che il Miracolo lo crearono. Notte Santa, notte silente.

Non è esagerazione, il raffronto. Leggiamo i ricordi di un grande giornalista come Sergio Lepri di quel Natale e scopriamo quante cose in comune ci sono con allora. “Di Natali di guerra ce ne sono stati già tre, ma questo è più triste degli altri, a

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