BOLOGNA – Dopo le sollecitazioni espresse un paio di settimane fa dal sindaco Virginio Merola, ora il Comune di Bologna alza i toni nei confronti dell’esecutivo nazionale sulla vicenda di Patrick Zaki: “C’è molto silenzio da parte del Governo e questo francamente non aiuta”, dichiara l’assessora al Contrasto alle discriminazioni, Susanna Zaccaria, rispondendo oggi in Question time a un’interrogazione di Emily Clancy (Coalizione civica).
È necessario “tenere alta l’attenzione su un tema che fatico a descrivere vista la gravissima ingiustizia che Zaki sta subendo e come lui, purtroppo, anche tante altre persone”, afferma Zaccaria, sottolineando che “la mobilitazione del Comune e dell’Università non si è mai fermata, anche in questi mesi ci sono state diverse iniziative di sensibilizzazione per far conoscere la vicenda del nostro studente”. Mobilitazione che “si è allargata anche ad altre città, dove si sono svolte tante iniziative e io lo considero un successo della nostra città, del sindaco, del rettore Francesco Ubertini e dei compagni di Zaki”, continua l’assessora ricordando anche che i Consigli comunali di Bologna e di numerosi altri Comuni della Città metropolitana hanno votato per conferire allo studente la cittadinanza onoraria; decisione assunta ieri anche a Milano.
LEGGI ANCHE: Patrick Zaki cittadino onorario di Milano
“L’attenzione continua e si sta diffondendo molto anche a livello nazionale”, rimarca Zaccaria: così “la mobilitazione dal basso è diventata, questo è l’obiettivo, un pungolo continuo verso il Governo che da quel che si può vedere, finora, non è riuscito ad incidere molto sulla vicenda e quindi dobbiamo assolutamente continuare”. Se è vero che all’ultima udienza era presente anche una rappresentanza diplomatica italiana, aggiunge Zaccaria, “c’è molto silenzio da parte del Governo e questo francamente non aiuta”. Peraltro, anche il padre dello studente “ha chiesto espressamente al premier Giuseppe Conte di intervenire e tutti speriamo che questa attività porti ad un intervento del Governo, è evidente che non è una questione solo egiziana- continua Zaccaria- ma di rispetto dei diritti umani e su questo vogliamo sempre essere presenti,