ROMA – È di “80 perquisizioni e un’ordinanza, emessa dal gip di Bologna, che ha disposto misure cautelari nei confronti di nove persone (cinque in carcere, tre agli arresti domiciliari e un obbligo di dimora) per i reati di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti“, a cui si aggiunge il sequestro preventivo delle quote sociali e dei beni di ben 17 imprese in 11 province il bilancio dell’operazione anticamorra ‘Darknet‘. L’operazione, illustrata questa mattina in conferenza stampa a Rimini, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia ed eseguita da 300 finanzieri di Rimini, del Gico di Bologna e di altri 14 Comandi provinciali in Emilia-Romagna, Campania, Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Basilicata e Piemonte.
Nel dettaglio, è stata “disarticolata un’associazione criminale di matrice camorristica, con base nella Bassa Romagna, in particolare a Cattolica, ma con ramificazioni e interessi economici anche in altre province (Avellino, Napoli, Salerno, Potenza, Matera, Pesaro-Urbino, Forlì-Cesena, Parma, Torino e Milano), con al vertice personaggi legati al clan dei Sarno e dei Casalesi, rispettivamente egemoni sul quartiere Ponticelli di Napoli e nell’Agro Aversano, nel casertano”.
Le persone coinvolte, a vario titolo, sono 55, e per alcune di loro i reati contestati “sono aggravati dal fatto di averli commessi al fine di agevolare i rispettivi clan di appartenenza”. Per quanto riguarda le 17 imprese, dislocate in 11 province, gli investigatori ritengono che siano “infiltrate dalla criminalità organizzata e fittiziamente intestate a prestanome”. Si tratta di aziende “operanti nei settori dell’edilizia, della ristorazione, del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, delle sale gioco, dell’ impiantistica e del noleggio auto”, del valore complessivo stimato di 30 milioni di euro. È stato infine eseguito il sequestro per equivalente, per i reati di riciclaggio e corruzione, di altri beni e disponibilità per un valore di circa un milione di euro.
Le indagini del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Rimini sono partite da Cattolica, dove “risultano domiciliati diversi esponenti della criminalità organizzata campana e i loro familiari”,