VIDEO | Disfagia, Grasso: “Questionario è alternativo a esami invasivi”

Dymus, che sta per Dysphagia in Multiple Sclerosis, è il questionario destinato alle persone con sclerosi multipla finalizzato a diagnosticare i disturbi della deglutizione e a intervenire tempestivamente con la neuroriabilitazione

ROMA – Un nuovo studio, pubblicato su Dysphagia, ha verificato l’efficacia di un questionario per diagnosticare precocemente la disfagia, un disturbo della deglutizione che colpisce alcuni pazienti affetti già da sclerosi multipla. Strumento che si pone come alternativa al Fees, un esame endoscopico invasivo utile a individuare le lesioni già causate dal disturbo. A raccontare come è nato Dymus, che sta per Dysphagia in Multiple Sclerosis, il questionario destinato alle persone con sclerosi multipla finalizzato a diagnosticare i disturbi della deglutizione e a intervenire tempestivamente con la neuroriabilitazione è la Dottoressa Maria Grazia Grasso, direttrice dell’UO di Neuroriabilitazione 5, Fondazione Santa Lucia Irccs che ha lavorato insieme ad altri centri di ricerca al progetto finanziato dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla.

– Oggi parliamo di disfagia nei pazienti affetti da Sclerosi multipla. Di cosa si tratta? E quali sono i numeri del problema in Italia?

“Per disfagia si intende un disturbo della deglutizione. I pazienti non sono in grado di ingoiare i cibi solidi, liquidi oppure entrambi e sopraggiunge durante il decorso della sclerosi multipla (Sm). I numeri del problema sono diffusi dalla Fondazione italiana della sclerosi multipla. Ad oggi sappiamo che nel nostro Paese ci sono 126mila persone con Sm che colpisce 200 persone su 100mila in termini di prevalenza. Ogni anno sono circa 3400 ogni nuovi casi. Certamente sono numeri abbastanza importanti. Per quanto concerne i numeri della disfagia i numeri cambiano anche in base agli strumenti utilizzati tanto che il range varia dal 35 al 60%. Perciò i pazienti con sclerosi multipla, affetti da disfagia, potranno oscillare dalle 40 alle 70mila persone. In ogni caso la disfagia tende a peggiorare con la progressione della malattia”.

– Un vostro recente studio ha verificato l’efficacia di un questionario per intercettare precocemente il problema. Ce ne parla?

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