Luca Cardillo, insegnante di recitazione nell’ambito dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) per la preparazione dei laboratori teatrali a scuola, sposa l’iniziativa del progetto targato Diregiovani
ROMA – “Shakespeare nella sua quarantena scrisse il ‘Re Lear’, Newton elaborò la teoria della forza di gravità. L’isolamento può stimolare la creatività, basti pensare al ‘Decamerone’ di Boccaccio o a John Donne che nel 1623 scrisse alcuni dei suoi poemi e versi più belli che ispireranno anche Ernest Hemingway in ‘Nessun uomo è un’isola’”. Oppure, ancora, “‘Angels in America’ di Tony Kushner, come ‘Rent’ di Jonathan Larson entrambi emersi durante l’epidema di Aids. L’isolamento forzato può essere una privazione di libertà e risorse per molti, ma per altri diventa un’opportunità per terminare ciò che non si è completato. L’arte come il morbo libera, distrugge, contagia“. Esordisce così Luca Cardillo, insegnante di recitazione nell’ambito dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) per la preparazione dei laboratori teatrali a scuola, che sposa l’iniziativa ‘Il teatro restando a casa‘, nell’ambito del progetto ‘Lontani ma vicini‘ targato Diregiovani.
Sebbene “sia una crisi nuova per noi, l’uomo, in realtà, ha già dovuto affrontare le epidemie, la peste e quant’altro” e nel teatro “come per la peste, c’è qualcosa di vittorioso e vendicativo” che può portare “all’estremo, facendo scoppiare ascessi collettivi (definiti così da Antonin Artaud, ndr). Così la peste e il teatro allo stesso modo- continua Cardillo- sono crisi che si risolvono o con la morte o con la guarigione. La ricostruzione e il rifondamento rimangono per entrambe obiettivi ultimi e profondi”.
Il rapporto “tra teatro e peste, virus e grandi epidemie ha sempre interessato l’universo artistico”. Come ricorda l’esperto citando le parole di Artaud, drammaturgo e regista teatrale francese, “il morbo è come un’entità psichica che porta a scavare e riflettere sulla fisionomia spirituale di una malattia che andava in fondo all’organismo, e alla vita”. Per il drammaturgo francese c’è una sorta di “libertà, implicata in una forma così assoluta di annientamento e crollo delle forme di vita normali.