Il Veneto ha pronta una sua app di biosorveglianza, che “non c’entra nulla con Immuni”, dice Zaia spiegando di non voler interferire con la app nazionale su cui nutre dubbi
VENEZIA – Così com’è stata pensata, l’app Immuni non può funzionare. Lo sostiene il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, affermando che con queste modalità direbbe di no all’implementazione di Immuni in Veneto. Due i limiti individuati dal governatore, “il primo è che va chiarito dove va a finire il bagaglio dei dati raccolti“, ma non è questo a preoccupare. “Per me è più importante e un po’ mi inquieta che non si è chiarito cosa accadrà”. Ovvero, “nel momento in cui ad un cittadino arriva il messaggio che lo avvisa che è entrato in contatto con un positivo, cosa deve fare? Andare dal medico? Capite che non lo gestiamo più un flusso del genere”.
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E poi, “se uno riceve il messaggio e non contatta il medico perché non è responsabile o magari ha paura di farsi 15 giorni di quarantena e di perdere il lavoro?”. Insomma, “così è impossibile gestirla sta roba“, afferma Zaia.
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“Il tracciamento va portato avanti ma non con queste modalità, a me come sanità pubblica mi crea solo problemi”. In parallelo il Veneto ha pronta una sua app di biosorveglianza, che “non c’entra nulla con Immuni”, annuncia poi Zaia ribadendo più volte che la Regione non vuole in alcun modo sovrapporsi all’app sviluppata a livello nazionale. “Non vogliamo dualismi con il modello nazionale ma abbiamo anche esigenze nostre“, conclude il governatore.